giovedì 24 giugno 2010

Poesia sconcia

C’è neve sui miei campi
anche se l’aria è calda voglio
rotolare sulla schiena e dimenarmi.
Proprio così, l’oscuro pianto in pendio mostra
il vincitore, e il tetto d’erba alta
sporge dalle rive,
ma io voglio cominciare ad arare e seminare.
Le mie gonfie colline, il mio fertile suolo
argilloso trapunto di lombrichi rossi come bocche,
il mio giardino,
perché non ti affretti
a toglierti i vestiti?


Marge Piercy

martedì 22 giugno 2010

DONNA CHE GIRA NUDA PER LA CASA

Donna che gira nuda per la casatutto mi ammanta di una grande pace.Non é nudità datata, provocante.E' un girar di nudità vestita,innocenza di sorella e bicchier d'acqua.
Il corpo neppure lo si notaal ritmo che lo porta.Passano curve in stato di purezza,dando alla vita un nome: castità.
Peli che affascinavano non turbano.Seni, natiche (tacito armistizio)riposano dalla guerra. E anch'io riposo.

AMOR - COME PAROLA ESSENZIALE

Amor - come parola essenzialedia inizio alla canzone e la sostanzi.Amor guidi il mio verso e, nel guidarlo,unisca anima e sesso, membro e vulva.
Chi osa dir di lui che é solo anima?Chi non sente nel corpo l'anima espandersi fino a sbocciare in un vivido gridod'orgasmo, in un istante d'infinito?
Il corpo avvinghiato a un altro corpo,fuso, dissolto, torna all'originedegli esseri, che Platone vide completi:é uno, in due perfetto: due in uno.
Integrazione a letto o già nel cosmo?Dove ha fine la stanza e giunge agli astri?Che forza qui nei fianchi ci trasportaa quell'estrema regione, eterea, eterna?
Al delizioso tocco della clitoride,tutto, ecco, si trasforma, in un baleno.In un minuscol punto di quel corpo,la fonte, il fuoco, il miele si concentrano.
La penetrazione via via squarcia le nubie svela soli tanto sfolgoranti che mai l'umana vista ha sopportato,ma, trafitto di luce, continua il coito.
E continua e si estende in tale guisache, oltre noi, oltre la stessa vita,come attiva astrazione che si fa carne,l'idea di godere sta godendo.
E in un patir di gaudio, tra parole,anzi di meno, suoni, ansimi, ahi,solo un piacere in noi raggiunge l'apice:é quando l'amore muore d'amor, divino.
Quante volte moriamo l'uno nell'altro,nell'umida caverna vaginale,di quella morte che é dolce più del sonno:la quiete dei sensi, soddisfatta.
Allora si instaura la pace. Pace di dei,adagiati sul letto, come statuevestite di sudore, grate per quantoad un dio aggiunge l'amor terreno.